lunedì 23 ottobre 2017

Vittoria prevista.

            

Ci sono circa venti centimetri tra il piatto e l’insalatiera, mentre il bicchiere sta a circa due dita dalla piccola cesta con il pane già affettato. Sopra la tovaglia dai colori tenui tutto sembra quasi perfetto, o perlomeno pare che un ordine dato da alcune consuetudini ormai consolidate fornisca di senso anche una cena qualsiasi come questa, dove nessuna delle tre persone che compongono la famiglia, sembra abbia neppure troppa voglia di parlare con gli altri, limitandosi ognuna a guardare soltanto il proprio piatto e poco altro. Tra i piccoli tintinnii delle  stoviglie ed il movimento calmo e garbato degli oggetti che stanno sopra la tavola, la scura bottiglia di vino, la bianca saliera, il vassoio lucido, la zuppiera corposa, si ravvedono quasi le mosse di una lenta partita agli scacchi, dove ogni pezzo assume magicamente un proprio significato, sicuramente anche dettato ogni volta dalla persona che lo muove di fatto o che comunque in quel momento lo sta adoperando.
La radio in sottofondo trasmette il notiziario, un leggero monotono parlare, quasi un brusio che nasconde dietro un mucchio di parole standard i piccoli e i grandi fatti del giorno degni di un qualche rilievo. Come sono andate le cose a scuola oggi, chiede a un certo punto Corrado a suo figlio, che lo guarda per un attimo, muove la forchetta, poi gli risponde: bene, provando forse un leggero moto di fastidio per quella pur debole ingerenza nei propri segreti e nei suoi soffici pensieri. Anna sorride guardandolo: in fondo non gli ha risposto niente pensa, ma forse era lui fin dall’inizio che voleva soltanto essere rassicurato di qualcosa, e non di avere una cognizione qualsiasi di come andassero davvero i suoi studi scolastici. Poi si versa l’acqua nel bicchiere, quasi una mossa del cavallo che vada ad insidiare leggermente il pane.
Volete ancora della verdura, dice la mamma meccanicamente sollevandosi dalla sua sedia, come ad incoraggiare, con il suo movimento già proteso verso la pignatta all’altro capo del tavolo, una risposta positiva. Corrado dice di no con la testa mentre porta alla bocca un sorso di vino dal suo bicchiere, ed anche Francesco fa un piccolo gesto di diniego, ed è così che si cede spazio ad un vassoio pieno di frutta che Anna, spostatasi presso il piano della cucina, porta subito in tavola tenendolo con le due mani, e sistemando con rapida mossa l’uva, i mandarini e le pere al posto di un grosso piatto di portata ai margini della tovaglia.
Le briciole di pane e le bucce della frutta lasciano comunque dietro di loro un senso di vissuto, quasi i segni di una nuova ma eterna piccola guerra portata a termine come di consueto sopra questo piccolo campo di battaglia. Un odore di vittoria leggero ed essenziale sembra quasi aleggiare nella stanza dei combattimenti, anche se nessuno potrebbe dire con precisione come siano andate realmente le cose, quali possono essere state le mosse e le contromosse dei contendenti. Ci saranno stati dei feriti e probabilmente anche delle perdite, questo è innegabile, ma in ogni caso il punto principale è stato come sempre quello di non mostrare da parte di tutti alcuna tendenza alla codardia, e quello soprattutto di andare avanti ciascuno sempre con la testa alta, portando la propria bandiera verso gli onori che fuori di dubbio si merita, esattamente come con normalità succede ogni giorno.


Bruno Magnolfi

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