giovedì 27 luglio 2017

Vapore acqueo.

            

            Celeste, con qualche sbuffo bianco, vaporoso. Il signor Lui si sente nervoso, non ha certo tempo adesso per cose del genere. Se ci pensa vorrebbe picchiarla anche se ancora non ha un vero motivo per farlo. Lei è di là, canticchia qualcosa mentre probabilmente si occupa della cucina, come se tutto scorresse tranquillo, senza preoccuparsi minimamente del fatto che Lui si stia adirando, magari avendone addirittura qualche buon motivo, e soprattutto se sia forse proprio nella mente lucida di Lui esattamente quella sua signora il vero ed unico motivo di quel nervosismo crescente. La signora Lei spesso finge di essere contenta, di guardare a tutte le cose che la circondano con grande ottimismo, come se ogni particolare riuscisse in ogni caso a girare per Lei nel modo migliore. E’ anche questo un atteggiamento tra i più insopportabili che Lui riesca a tollerare e probabilmente non c’è neppure bisogno di dire che suo marito la guarda male ogni volta che Lei ride o che cerca di dire qualcosa di spiritoso. Non ha senso tutto questo, come quando in certi casi Lei dice che prima o dopo vuole rifarsi una vita da qualche altra parte, o addirittura con qualcun altro, soltanto perché magari il suo Lui le pare troppo taciturno. Forse questo è vero, però non è un difetto, anzi. Una persona quando non parla pensa, e se pensa è una persona riflessiva, che magari prima di fare qualsiasi cosa ne soppesa con calma ogni dettaglio, assume la realtà con metodo, e alla fine giunge sempre alle migliori conclusioni. Non perché quella persona sia sciocca o non abbia spina dorsale, ma solo perché magari quando è il momento sa pure prendere in fretta le opportune decisioni, e riesce proprio a scattare quando è colpita nel profondo, mostrandosi capace di essere all’altezza di ogni situazione, come se non provasse mai alcuno spavento di fronte alla realtà.
            Ancora bianco, più diffuso, e con del grigio che lo stria. La signora Lei non dice più niente: va, viene, spesso si comporta come se Lui non esistesse, indifferente agli stati d’animo che può provare suo marito. Questa è la cosa più pesante: la mancanza di qualsiasi sensibilità nei suoi confronti. Lui non le fa pesare niente dei suoi comportamenti, però è del tutto naturale che soffra di questo atteggiarsi di completa indifferenza di fronte al fatto che una come Lei ha assolutamente un marito, e che non si può in casi del genere continuare a fare tutto proprio come se non lo avesse.
            Campo completamente grigio, con sbuffi temporaleschi scuri. Il signor Lui le concede un appuntamento da qualche parte, dopo che la sua signora Lei è andata da due giorni ad abitare da un’amica, cosa questa del tutto assurda che Lei ha giustificato in fretta con la frase classica che suona come chiarirsi delle idee, ma che Lui non potrà accettare per nemmeno un’altra ora di più. Per questo in quel parcheggio periferico c’è andato armato con un lungo coltello per il pane, per mostrarle che le sue intenzioni sono serie, e che non è più il caso di scherzare. Lei si fa viva ad un tratto, forse in ritardo, Lui nasconde l’arma sotto la sua giacca. Lei dice che non vuole più tornare a casa, che ormai non è più la vita che voleva. Lui alza la voce, dice cose senza senso, urla verso il cielo che adesso appare nero, e Lei ha paura, indietreggia, lui brandisce il suo coltello, forse vorrebbe addirittura minacciarla, forse perché adesso sente su di sé tutto il peso di quel colore scuro che adesso lo sovrasta. Poi dice va bene, come vuoi, gettando il coltello tra i cespugli ed accettando quella soluzione. Lei sorride, siamo persone dice, ci sarà certo un futuro per tutti e due.

            Bruno Magnolfi





mercoledì 19 luglio 2017

Modifiche al progetto.

            

            E’ il progetto la cosa che conta, dice l’operatore sottovoce. Accanto, nel silenzio del pomeriggio estivo, la donna ideale si liscia i capelli mentre osserva qualcosa dalla finestra. Lui è persona pratica, sa perfettamente ciò che può servire per portare avanti quanto stabilito. Eppure ora tentenna, senza comprendere appieno da quale parte sia meglio iniziare quanto stabilito. Lei si volta, lo guarda distrattamente, pensa non sia il momento giusto per modificare qualche cosa, perciò il suo atteggiamento mostra diffidenza, come se tutto almeno adesso dovesse restare esattamente nella maniera come è stata prevista. Lui si avvicina, le mani in vista, sposta leggermente l’aria attorno a sé, poi dice in fretta che non c’è più a disposizione tutto questo tempo che magari si vorrebbe, e che in seguito le cose dovranno procedere con celerità. 
Lei non risponde, il suo pensiero è già evidente, non le pare ci sia bisogno d’altro. Poi si alza, si muove nella stanza ampia, lui la segue con lo sguardo, come ad attendere una risoluzione, non accorgendosi che almeno per il momento è già tutto quanto stabilito. Ma infine con un guizzo comprende che è ormai giunta l’ora di prendere congedo, perciò lascia nella stanza un semplice saluto e si avvicina svelto alla porta per andarsene. Un momento, fa lei che senza darne peso ha seguito minuziosamente i gesti e le espressioni dell’operatore; forse ci potrebbe essere ancora qualcosa di cui discutere. Ho capito, dice lui, dobbiamo riparlare del prezzo totale. No, fa lei, piuttosto dei tempi di realizzazione.
Non ci vorrà molto, fa lui dopo una pausa, è sufficiente una decina di giorni. In ogni caso quando iniziamo il lavoro qui non ci dovrà essere nessuno, questo è evidente. Va bene, fa lei, anche se mi occorrerà un po’ di tempo per raccogliere tutto ciò che mi serve. Lo capisco, dice lui, comunque se posso essere d’aiuto anche in questo per me va benissimo. Lo terrò presente, dice lei, poi si volta di nuovo verso la finestra, come a chiudere la conversazione. Lui scende in fretta le scale, in un attimo è già sulla strada, poi si volta per farle ancora un saluto, ma si accorge che la donna ideale sta ferma, guarda nel vuoto, sembra di pietra, come se fosse ormai indifferente a qualunque ulteriore decisione.
L’operatore si immobilizza, guarda la donna con intensità, la chiama più volte, ma vede subito che lei non vuole rispondere, anche se ha sentito benissimo la sua voce. Torna sui suoi passi allora, risale le scale, bussa alla porta e infine entra, ma lei non c’è più, è improvvisamente sparita. Torna a chiamarla, sente che qualcosa di grave sta succedendo, controlla in tutte le stanze, ma lei non c’è, proprio come se fosse già andata via. Allora torna nella sua stanza, va ad affacciarsi a quella finestra vicino alla quale lei stava quando l’ha vista per l’ultima volta, e non c’è niente, neppure una traccia di lei.
Guarda ancora nelle altre stanze, torna a chiamarla, adesso si sente quasi un intruso anche se la donna gli aveva già dato le chiavi dell’appartamento; infine si arrende, se ne va, chiude la porta alle sue spalle e ripercorre le due rampe di scale fino alla strada. Nessuno tra i passanti sul marciapiede ha qualcosa da dire, tutto sembra assolutamente com’è sempre stato, lui non riesce a comprendere cosa possa essere accaduto, ma infine la vede, di fronte a sé, sull’altro lato di quella stessa strada, ed è ferma mentre osserva la sua finestra e la facciata di tutto l’appartamento. Va bene, pensa adesso con calma l’operatore; l’importante è che non ci siano ancora delle modifiche da fare rispetto al progetto.  


Bruno Magnolfi

lunedì 17 luglio 2017

Stati d'animo.

            

            Sono io, dice lei semplicemente nell’apparecchio. Ma certo fa lui, ho riconosciuto subito la tua voce; ma che bella sorpresa, prosegue poi stringendo il telefono e strascicando purtroppo qualche vocale, forse senza del tutto volerlo, come se stesse tornando all’improvviso da un mondo parallelo, dove probabilmente vige una realtà e forse anche un linguaggio completamente diversi da quelli in uso lungo i cavi telefonici. Stavo giusto riflettendo su quanto mi avrebbe fatto piacere sentirti di nuovo, e magari scambiare due parole con te, dice ancora improvvisando, quasi a mostrarle con quelle parole quanto riesca a sentirsi affettuoso nei confronti di lei. Poi ambedue però si ritagliano, sostanzialmente senza quasi rendersene conto, una leggera pausa di silenzio, così lui, forse preoccupato di qualcosa che probabilmente non vorrebbe, le chiede subito con tono preoccupato se c'è qualcosa che non procede per il verso giusto, forse una novità negativa di cui non è a conoscenza, oppure qualcosa di cui essere rimproverato, ma lei subito ride, come a schernire la sua infantile apprensione, quasi come se un comportamento del genere non dovesse avere alcun tipo di significato.
            Allora sono contento che tutto sia come deve essere, fa lui; o meglio, com’è sempre stato, si corregge, nella maniera come si immagina devono andare le cose insomma. Poi dice: non sono mai stato molto bravo a tirare avanti le conversazioni telefoniche, spiega alla fine come per giustificarsi: mi pare sempre che si finisca per dire soltanto delle emerite sciocchezze, così la mia parte cerco di esaurirla tutta in una volta per levarmene il pensiero dalla testa. Lei di nuovo ride leggermente, poi dice che non le sono mai piaciute molto le cose sciocche, e che in ogni caso preferisce parlare di temi maggiormente significativi.
            Lui prova forse un filo di preoccupazione, trattiene per un attimo il fiato, quindi sgrana gli occhi guardando avanti a sé, ed infine dice con un certo coraggio che forse sarebbe meglio se si dessero un appuntamento per vedersi e parlare un po’ di persona anche di argomenti più seri. Lei non risponde, mostrando forse che le pare prematura una decisione del genere, così lui tenta di recuperare parlandole di uno spettacolo all’aperto, una semplice festa di quartiere, qualcosa che si tiene il giorno seguente, a cui magari potrebbero recarsi insieme. Lei chiede subito maggiori informazioni, pare prendere tempo prima di decidere, lui tenta di magnificare il tipo di serata che sta proponendo, dice una spiritosaggine per allentare quella specie di tensione che si sta accumulando, ma lei sembra rigida, quasi poco disponibile.
Va bene, dice lui, non ha alcuna importanza se non ti va. Magari sarà per un’altra volta. Lei resta ancora in silenzio, come se stesse riflettendo a fondo su quanto deve decidere, poi dice in fretta: ma no, guarda che va bene; proprio come vuoi tu. No, figurati, la interrompe lui, come piace più a te; in fondo, sottolinea ridendo, non sembra che mi lasci prendere molte iniziative. Può darsi, fa lei, ma questa che hai tirato fuori va bene se tu lo desideri. Segue un’altra pausa di silenzio. Poi lui, impacciato, dice che potrebbe aspettarla nella piazzetta vicino casa sua, così ci sarebbe tutto il tempo per farsi servire qualcosa da bere in qualche locale prima di andare allo spettacolo.
D’accordo, fa lei, però non credo sarò molto di compagnia, visto che in questo periodo mi sento spesso angosciata. Non è colpa degli altri, prosegue, sono io che non riesco a stare con le persone. Forse però con te può essere diverso, sempre che tu riesca ad avere una certa pazienza, magari cercando di comprendere al meglio i miei stati d’animo.


Bruno Magnolfi