venerdì 7 aprile 2017

Pulizia lubrificata.

            

Il ragazzo sta seduto sopra un grosso secchio per la vernice mentre smonta la ruota posteriore della sua vecchia bicicletta. Naturalmente si è già sporcato abbondantemente le mani togliendo la catena e anche i pedali, ma a lui non interessa, gli basta riuscire a mettere in fila tutti i componenti meccanici che formano quell’insieme, ripulirli e lubrificarli perfettamente uno per uno, e poi rimontarli in maniera che tutto funzioni di nuovo ma con maggiore scorrevolezza e precisione. Suo padre a quell’ora è ancora impegnato con il suo lavoro, l’intero pomeriggio per lui è da sempre uno spazio piuttosto libero, altrimenti se fosse lì accanto gli avrebbe sicuramente urlato di fare le cose in maniera troppo superficiale, senza metterci l’impegno necessario. Lui si alza dal suo sedile, si pulisce le mani con uno straccio, poi osserva il cuscinetto a sfera ed il perno della ruota, come ci fosse qualcosa di segreto da scoprire in quel semplice meccanismo. Infine appoggia tutto per terra, rientra in casa dalla scala interna e va a lavarsi le mani con il sapone, nel bagno al piano inferiore della villa. Adesso avrebbe voglia di lasciare la bicicletta tutta smontata con gli attrezzi sparsi come si trovano in questo momento dentro al garage, ma suo padre rientrando con l’auto solo a quella vista monterebbe immediatamente su tutte le furie, e lui non se lo può proprio permettere.
Così torna là dentro, si preoccupa di stendere al meglio le pieghe che ha già fatto il telo di plastica sopra al pavimento, per evitare di sporcare le piastrelle di gres dal colore sempre impeccabile, e poi inizia a lubrificare i pezzi e a ripulirli fin nel minimo dettaglio. Da quando suo padre gli ha proibito di uscire da casa nelle ore in cui lui non è presente, le giornate hanno preso un andamento piuttosto diverso ogni volta, e se la scuola fortunatamente riempie appieno tutta quanta la mattinata, il pomeriggio senza i suoi compagni di quartiere è diventato per lui poco per volta un semplice percorso di differente solitudine, da far trascorrere a cavallo tra i pochi compiti scolastici e qualcos’altro sempre da inventare. Anche la mamma è via, nella ditta con suo padre a fargli da segretaria o qualcosa di quel genere, ed in casa c’è sempre quella signora che loro chiamano la governante, a sistemare i panni ed a fare le pulizie, ma soprattutto a sorvegliare lui, che dopo alcune piccole vicende negative, per tutto il mese non dovrà uscire per alcun motivo al di fuori della recinzione del giardino.
Lubrificata e ripulita, la bicicletta una volta ricomposta torna ad essere quello che era sempre stata, senza variazioni, anche se adesso il ragazzo è maggiormente sicuro che non lo lascerà mai a piedi quando sarà il momento di andarsene da lì. Già, andarsene; non che immagini una grande fuga, soltanto una semplice scorribanda da fare con i suoi amici, uno di quei giorni, tanto per vedere fino a che punto la governante riesce davvero ad accorgersi della sua assenza da casa. Va organizzata bene, certo, nei minimi dettagli, in modo che nessuno si renda davvero conto che lui non c’è per quel paio d'ore che ha previsto. Tutto deve andare bene, pensa il ragazzo: le cose devono procedere esattamente come me le sono immaginate, perché in fondo questa sarà soltanto una prova generale: il resto verrà in seguito, riflette con assoluta serietà; e sarà comunque sempre qualcosa che mi farà sentire autonomo, fuori dalla prigionia a cui sono costretto, distante e separato anche da chi adesso non immagina neppure di che cosa io sia mai capace, e che al momento giusto non potrà certo fare altro che ricredersi.


Bruno Magnolfi

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