lunedì 4 luglio 2016

Lontano da tutto.

           

            La bambina muove i piedi in silenzio sotto alla sedia, mentre seduta in quella sala d’attesa sta aspettando il suo turno accanto alla mamma, che continua a sfogliare distrattamente una rivista illustrata. Quando usciranno da là dentro ci sarà per lei un bellissimo gelato da prendere nel locale della piazza a fianco, è una promessa già fatta, ed in pochi minuti probabilmente tutto sarà ormai alle loro spalle, come non fosse neanche avvenuto. I suoi compagni di classe in questo preciso momento staranno sicuramente seguendo le parole della loro brava maestra, oggi era il giorno del dettato, ed alla bambina, se ci pensa, dispiace un po’ non essere a scuola insieme a tutti gli altri, soprattutto perché le piace arrotondare con la penna le lettere sul foglio, dare forma a quelle parole ronzanti che usa l’insegnante, e anche sentirsi dire, dopo la correzione degli errori, che è davvero brava, come succede certe volte, e che riesce persino a non cadere nei soliti trabocchetti delle doppie, piazzando sempre bene anche gli accenti, e persino l’acca.
            La mamma già la sera avanti le ha spiegato che quella di stamani è soltanto una visita medica, una come tutte le altre, ma la bambina ha compreso quasi subito che sotto quelle parole rassicuranti c’è senz’altro qualcosa di più: mentre le pettinava i capelli si è accorta del suo nervosismo, ed ha sentito all’improvviso come tremare qualcosa dentro l’aria, intuendo immediatamente che certe cose da oggi sono destinate a cambiare, anche se lei non vorrebbe.  
            Allora ha pensato che presto andrà via, proprio per togliere alla mamma lo strazio di vederla ammalata, forse ogni giorno più debole, magari pallida e ridotta a starsene nel letto per tutto il giorno, senza neanche la possibilità di seguire più quella scuola a cui purtroppo teneva così tanto; vagherà chissà dove, con in tasca quei soldi che il nonno poco alla volta le ha messo da parte, e forse in seguito chiederà anche l’elemosina, come ha visto già fare qualche altra volta, e comunque cercherà di farsi aiutare da qualche generoso. Forse inizierà a zoppicare, addirittura, e tutti al solo vederla avranno sicuramente pena di lei, anche se il suo forte orgoglio non lascerà a nessuno la possibilità di chiederle il suo nome, e neanche spiegare in giro quali siano le proprie origini.   
            Allora si spingerà fino a superare i limiti, e forse darà vita ad una comunità di solitari, ragazzi proprio come lei, persone senza più riferimenti, individui soli che accettano aiuti dagli altri soltanto a patto di essere liberi di fare e di pensare proprio tutto ciò che vogliono. In seguito probabilmente si impegnerà sempre di più nella riflessione attenta volta allo sviluppo di quei semplici principi, e magari si spingerà fino ad insegnare a tutti colori che hanno brama di sapere, le cose in cui crede lei, e molti ne seguiranno i fondamenti, tanto da riuscire a trovare nelle parole e nella concentrazione, tutto ciò di cui provano necessità. Si saprà presto in giro di quanto sta accadendo, anche con una relativa facilità, e la fama di quel grande movimento di pensiero arriverà presto a chiunque, fino a giungerne notizia anche alla mamma, che in silenzio e senza sognarsi di sgridarla, verrà a riprenderla con calma e saggezza, per riportarla a casa sua, ormai guarita da ciò che aveva sentenziato il medico quel giorno, e tutto riprenderà naturalmente il proprio corso.
            I suoi piedi sono ormai fermi quando il suo nome viene ripetuto dall’infermiera, e quindi la bambina entra nell’ambulatorio quasi con rassegnazione, nell’attesa ormai certa che tutto da quel momento sarà senz’altro molto diverso. Quando finalmente esce da là dentro accetta il gelato come era stato predisposto, poi sorride alla mamma, magari vorrebbe anche spiegarle quali siano state fino a quel momento le sue intenzioni, ma alla fine lascia correre: il gelato è buono, la mamma piena di attenzioni, ed anche il medico in fondo non le ha fatto neppure troppo male.


            Bruno Magnolfi

Nessun commento:

Posta un commento