martedì 12 aprile 2016

Piano debole.

           

            Mentre se ne sta in coda allo sportello bancario, l’occhio elettronico di una telecamera piazzata in alto lo segue. Lui potrebbe avere in tasca una qualche arma impropria, magari un semplice taglierino, e con quello minacciare d’improvviso la giovane cassiera, farsi consegnare velocemente tutti quei bigliettoni che lei tiene nel cassetto davanti a sé, e poi scappare via dalla porta di entrata, senza che praticamente nessuno si possa quasi rendere conto di niente.
In seguito forse sarebbe sufficiente per lui rasarsi i capelli, oppure farsi crescere la barba, magari indossare un paio di grandi occhiali da vista, assumere una camminata leggermente claudicante aiutandosi presumibilmente con un appropriato bastone, e tutti i sospetti sarebbero dissipati rapidamente, fino al punto da avere la possibilità di costruirsi addirittura un’esistenza diversa. In ogni caso tutto potrebbe svolgersi in pochi minuti, quasi un battito di ciglia, ma le variazioni innestate sarebbero tali da allungarsi per tempi estremamente più lunghi.
In precedenza a lui non è mai accaduto di avere dei pensieri del genere, e poi se anche talvolta non si è forse comportato da vero cittadino modello, indubbiamente fino ad oggi quando gli è capitato di infrangere qualche banale legge dello stato, è risultato soltanto per piccole cose del tutto irrilevanti, ordinarie sciocchezze senza alcuna importanza, tanto che non ne è scaturita mai nessuna conseguenza. Soprattutto per questo motivo, con ogni logica, lui adesso si ritrova in una fase di estrema incertezza. Si tratta di dare un colpo decisivo a tutto il passato ed affrontare così all'improvviso qualcosa di nuovo. Ma non è facile: qualsiasi variazione tra le sue consuetudini potrebbe anche essere un trauma, e magari risultare soltanto un elemento indesiderato.
Una signora dietro di lui sembra sbuffare per quell’afflusso improvviso di gente nell’agenzia della banca, ed anche se tutti adesso sembrano ben ordinati ed estremamente corretti nel conservare le loro posizioni in quella fila, di fatto, a guardarli bene uno per uno, sembrano estremamente contrariati da quell’attesa e da quelle lungaggini. Lui si guarda attorno, non vorrebbe apparire nervoso come altri, così sorride a qualcuno che neppure lo guarda in fondo al lungo corridoio su un fianco della sala, e poi torna velocemente, per una pura azione riflessa, a riguardare le insulse carte che continua a tenere tra le sue mani. Avverte un leggerissimo sibilo nell’aria, e immagina sia l'occhio elettronico nella sua attività di memorizzazione di tutte le immagini monotone che si susseguono. Ma tutto gli pare improvvisamente soltanto una grande ironia.
Infine la persona di fronte gli sembra abbia finalmente terminato, ed adesso senza ombra di dubbio sta proprio a lui: così tentenna un momento, poi si avvicina allo sportello, sorride alla cassiera, cerca qualcosa con fare distratto dentro le tasche. Quella velocemente gli chiede: deve versare o ritirare dal suo conto? Lui si trova momentaneamente impreparato, si guarda un attimo attorno, immagina la signora rimasta dietro mentre sta forse ancora sbuffando, e alla fine dice solamente: devo ritirare, una piccola cifra, se non le dispiace. L’impiegata digita qualcosa, una macchina subito si muove, arriva in un attimo un foglio appena stampato, passa sotto al vetro blindato insieme alla penna per apporre la firma, lui compie tutto ciò che gli viene testé suggerito, poi tira fuori il taglierino che era pur cosciente di avere nascosto da qualche parte.
Niente, dice tra sé, questo adesso non ha più alcun valore; così intasca i pochi soldi che gli vengono consegnati, ripone tutti i suoi oggetti ed anche quell’inutile lama, infine saluta, e poi esce con calma, come tutti, da quegli uffici bancari. Sarà per la prossima volta, pensa; tanto ci sarà tutto il tempo necessario per studiare un piano più dettagliato.


Bruno Magnolfi

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