martedì 8 marzo 2016

Soffice abitudine.

           
            In paese è stimato da tutti, Oreste Neri, e chi come Nello si è spinto sempre regolarmente fino al suo negozio sapendo di trovare oltre ad un’ottima qualità di frutta e di verdura anche qualche argomento intelligente per scambiare quattro chiacchiere proprio con lui, ora si rammarica nel sapere che la sua malattia ormai neanche gli permette di uscire da casa. Oreste, piazzandosi seduto nel suo salotto, si limita adesso a guardare dalla finestra i suoi concittadini, strascicando quella gamba dolorante ad ogni spostamento, impossibilitato come si trova persino a starsene in piedi, anche se con serenità lascia che gli vengano praticati tutti i massaggi e le iniezioni che servono, applicandosi con grande pazienza alle cure prescritte.
Intorno tutto in quegli ultimi tempi gli appare cambiato, ed ogni suo gesto di adesso assume nelle sue riflessioni quasi un differente significato rispetto a prima, tanto che con ogni occhiata che sporge fuori dai vetri, stenta certe volte a riconoscere nella strada stessa e nelle case di fronte la cittadina dove ha sempre abitato. Qualche cliente più affezionato è venuto all'inizio a fargli una visita, ma in seguito, a parte Nello, nessuno si è più fatto vedere, e lui ora pensa che presto tutti si dimenticheranno di Oreste, ed il suo negozio ora chiuso sarà velocemente ceduto, tanto che lui uscirà poco per volta e immancabilmente dalla stessa memoria del paese e dei suoi concittadini.
Sono finito, si ripete ogni giorno mentre l’infermiere lo aiuta, poi però basta che avverta un leggero miglioramento, ed allora immagina che tutto forse potrà ritornare com'era, e gli basta questa speranza per riacquistare un po’ di  ottimismo. Nello gli porta un giornale o anche qualche rivista, si siede vicino a lui con pazienza e gli racconta qualcosa di sé e del loro paese, giusto per distrazione. Ad Oreste non è mai stato neppure troppo simpatico, e forse questa amicizia che adesso l’altro manifesta gli pare persino un po’ esagerata. Certe volte vorrebbe addirittura che se ne andasse, anche se comprende benissimo che è l’unica compagnia che oramai gli rimane. Si trattiene perciò, perché non sa come fargli capire che queste sue visite sono anche troppo per lui.
Poi Nello gli dice che da domani non potrà più tornare: devo partire, gli spiega, ho davanti a me un lungo viaggio, perciò mi dispiace non poterti più fare neppure una visita per molti mesi da oggi. Oreste lo ascolta, fa cenno di si con la testa quando l’altro gli dice che gli scriverà qualche lettera, però comprende benissimo che Nello gli mancherà, sicuramente, forse anche più di quanto in questo momento può sospettare. Non si sente neppure di chiedergli alcuna spiegazione, soltanto lo abbraccia prima di lasciarlo andare, ed in quel gesto sente come sfuggirgli qualcosa, tanto da restare a lungo a guardarlo dalla finestra mentre Nello si allontana lungo la strada. E’ strano tutto quanto sta succedendo, pensa poi Oreste Neri con calma; fino ad oggi non avrei mai pensato di provare un sentimento del genere: eppure in questo momento vorrei proprio essere con te, Nello, seguendoti ovunque e cercando di non disturbarti mai nel tuo viaggio; e mi piacerebbe tanto improvvisamente riuscire ad esserti almeno utile, nel darti un supporto, nel sostenere almeno qualche tua scelta; forse perché è soltanto ora, in questo esatto momento, che mi rendo conto di quanto tu sia importante per me, forse anche più di quanto avrei mai immaginato.

Bruno Magnolfi



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