giovedì 31 dicembre 2015

Armonia lieve.

            
            Se Lido non è d’accordo non si fa niente, dice Carlo. Va bene, fa l’altro, allora non resta altra strada che cercare in qualche modo di convincerlo. Comunque ci vuole soltanto un minimo di preparazione, cercare semplicemente le parole giuste per presentargli bene tutta quanta la faccenda. Non credo sia difficile convincerlo, anche se lui non è certo un tipo facile. I due intanto camminano, percorrendo il largo marciapiede del viale senza alcuna fretta apparente, con le mani sprofondate nelle tasche e continuando a guardare ognuno avanti a sé, quasi come se fosse da solo.
A mio parere non è affatto il caso di perdere questa occasione, insiste Carlo, e non soltanto perché altrimenti in seguito potremo pentirci di non averne approfittato. Non so, fa l’altro, forse anche noi prima di parlarne con Lido dovremo far passare ancora del tempo, proprio per evitare di lanciare una proposta non sufficientemente meditata. Ma no, questa credo proprio sia una sciocchezza, perché sicuramente anche lui, se riusciamo a parlargli con calma e cercando di spiegargli bene le cose, non potrà che essere d’accordo con noi.
Andiamo al caffè adesso, propone l’altro, così possiamo sederci e prendere magari qualche appunto per fissare bene le idee, e se poi abbiamo fortuna troviamo Lido là dentro e possiamo intanto sondare il terreno. D’accordo, fa Carlo, ma prima camminiamo almeno per un’altra mezz’ora, sento che mi fa bene passeggiare, e poi la giornata è chiara e piacevole, fatta apposta per stare all’aperto, almeno fino a quando non si fa sera. Forse hai ragione, dice l’altro, anche se a me pare di sentirmi un po’ stanco. E’ solo un’impressione, almeno per adesso, dice Carlo: quando sarai davvero stanco andremo immediatamente al caffè, te lo prometto.
E’ davvero tanto tempo che non facciamo qualcosa tutti e tre assieme, dice l’altro; per conto mio sarei contento se Lido fosse d’accordo con noi, però mi dispiacerebbe se si mostrasse riottoso e con le sue solite maniere divaganti declinasse in fretta e furia la nostra proposta. Questo non si può dire, fa Carlo; in fondo anche a lui magari fa piacere che ancora ci ritroviamo a combinare qualcosa, come facevamo certe volte, ormai parecchio tempo fa. Questo è vero, dice l’altro, però non vorrei si rompesse anche quel minimo di equilibrio che ultimamente abbiamo ritrovato tra noi.
Su questo hai ragione, fa Carlo; anche a me dispiacerebbe se si perdesse in qualche modo questa nostra armonia: abbiamo vite diverse, questo è innegabile, ma ciò non significa che non possiamo ritrovarci in certi casi intorno a qualcosa che ci accomuna. Tutto ciò sarebbe molto bello se fosse davvero così, fa l’altro; peccato che qualche volta Lido sembra come non esserci, quasi stesse con noi quelle poche volte non per una sua voglia personale, ma quasi per fare soltanto un favore a noi due. Lo sai, dice ancora Carlo, lui è fatto così, da una persona che ha il suo carattere praticamente non si può pretendere molto di più.
Intanto camminando arrivano davanti al solito caffè, e sui tavolini di fronte c’è proprio Lido seduto che sta scherzando con qualche altra persona. Però si volta, saluta festoso gli amici con il suo solito sorriso, e poi dice: sono di partenza, lo stavo giusto dicendo a questa brava gente; starò da mio figlio almeno per un mese, a Roma. Ho bisogno di cambiare aria e di togliermi di dosso qualche vecchia abitudine, e poi, chi può saperlo, magari finisce che mi trasferisco definitivamente.

Bruno Magnolfi


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