lunedì 13 ottobre 2014

Prospettiva personale.

            
                      
            Se devo essere obiettivo, trovo che non sia neppure troppo comoda questa poltroncina che mi sono scelto. Però è senz’altro la mia sedia, e indubbiamente ci passo sopra seduto parecchio tempo, soprattutto perché credo che in questo mio angolo di stanza sia racchiuso molto, se non tutto, del mondo che desidero. I miei familiari fanno ogni sforzo per scuotermi e per indurmi ad abbandonare questa postazione privilegiata, ma io tengo duro, e resto qua disinteressato verso qualsiasi cosa dicono.
            Non si può neppure guardare uno che si impigrisce così, e lascia che il tempo gli scorra accanto restando indifferente quasi a tutto, mi fanno con voce grave. Lascio correre: fuori, di fronte ai vetri di questa finestra, c’è un condominio di terrazze e tante altre finestre, con gente che stende i panni ad asciugare, fuma qualche sigaretta, prende aria, oppure telefona, smanettando come fosse sopra al palcoscenico. Mi basta questo. Dalla mia sedia riesco ad osservare tutto quanto, e con una matita disegno ciò che vedo, almeno quando non sono impegnato a pensare qualcosa, oppure a rileggere uno dei miei libri preferiti.
Non farai mai niente di buono, mi dicono. Eppure cerco di non dare fastidio a nessuno restando seduto in silenzio. Certe volte mi alzo, nelle giornate afose, ed apro la finestra. I miei parenti non vogliono, hanno sempre paura che getti qualcosa di sotto, che provochi dei danni a qualcuno che passa lungo il marciapiede. La richiudono in fretta, appena se ne accorgono, ed io lascio perdere quelle loro fisime, facciano pure quello che credono, penso, io non mi scompongo. Cerca almeno di evitare guai, mi ribadiscono; tutto questo solo perché una volta tirai un libro dietro ad un ragazzo che sopra al terrazzo faceva dei versi proprio contro di me.
Devi cercare di essere utile a qualcosa, mi spiegano certe volte mentre mangiamo tutti assieme. Annuisco, hanno ragione. Però se non ci fossi io ad osservare le piccole cose che avvengono nel condominio di fronte, nessuno ci farebbe caso. Non posso neppure dirlo, perché risponderebbero in coro che le mie sono solo delle scempiaggini, eppure io penso spesso che nelle piccole cose che ci circondano si annidi molto della verità.
Torno al mio punto di osservazione, sopra della carta semplice tratteggio i miei vicini di casa, le loro fogge, le espressioni che assumono. Ne ho uno sportello pieno di questi miei disegni, attendo soltanto che nasca qualche controversia per mostrare tutto ciò che ho visto da questa sedia, sbirciando fuori da una semplice finestra. Forse davvero non sarà importante tutto questo, però a me sembra a volte di veder perfino scorrere l’esistenza di tutti davanti a me. Non è fondamentale, certo, ma a volte penso che sia proprio la vita ad essere così.

Bruno Magnolfi


            


            

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